Siete amanti del cinema e vi trovate a Roma? Abbiamo un tour che fa al caso vostro, un’immersione a costo zero nella storia di Roma e del cinema che l’ha attraversata.
Proprio in questi giorni si sta svolgendo la diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, ma visto che il programma coinvolge anche altri luoghi e realtà culturali della Capitale, abbiamo pensato di portarvi con noi in uno dei nostri tour del quartiere alla scoperta di tutte le volte che il grande cinema ha incrociato le vie del rione.
La sua atmosfera antica infatti, ha fatto sì che Monti fosse usata ampiamente nel cinema, sia per la presenza di alcuni scorci scenografici, sia per l’ambientazione di film storici, alcuni dei quali hanno segnato la storia del cinema italiano.
1. La banda degli onesti (1956) di Camillo Mastrocinque con Totò e Peppino De Filippo
Il rione Monti fa da scenario a gran parte delle disavventure di Boncore, Cardone e Lo Turco in questa brillante commedia dei malintesi, che è il primo film in cui viene consacrato il sodalizio artistico tra Totò e Peppino.
La tipografia di Lo Turco, interpretato da Peppino De Filippo, è in Piazza degli Zingari. La vetrina del calzaturificio che Totò si ferma a guardare, credendo di essere pedinato da due carabinieri, è in Via degli Zingari. Infine, il bar dove Totò, in una delle scene più divertenti del film, utilizza le tazzine di caffè e lo zucchero per spiegare il capitalismo a Peppino è in Piazza della Suburra a Roma, all’uscita della stazione metro Cavour.
Il bar, che conservava lungo una parete la tavola di legno del vecchio bancone davanti al quale i due comici napoletani recitano la gag, ha chiuso durante il periodo Covid e nel 2021 un negozio di abbigliamento ha aperto al suo posto.Nella stessa piazza Totò reciterà qualche anno più tardi un altro film, Il comandante (1963) di Paolo Heusch in cui, nel primo dei suoi intensi ruoli drammatici, interpreta il vecchio colonnello Cavalli che, andato in pensione, combatte con l’adattamento alla vita civile e con il senso di inutilità legato alla senilità. Nella scena girata nel rione, Totò esce dalla Metro Cavour nello struggente intento di inseguire quello che crede l’amante di sua moglie.
2. Il monticiano d’adozione di Mario Monicelli
Il rione Monti è da decenni legato affettivamente ad un grande del cinema italiano, Mario Monicelli. Il grande regista viareggino, ma romano d’adozione, venne a vivere qui, cambiando varie dimore.
L’ultima, quella che lasciò per essere ricoverato all’Ospedale San Giovanni , era in Via dei Serpenti, ed oggi c’è una targa che lo omaggia come “uomo libero”.Monicelli amava Monti perché – come affermò in una delle sue ultime interviste – il rione conservava ancora un carattere popolare e quasi un’aria di paese che gli ricordava un po’ l’infanzia trascorsa a Viareggio.
E sarà proprio il suo rione che Monicelli omaggerà con una delle sue ultime opere, un vero e proprio gioiellino, un cortometraggio documentaristico che fu presentato fuori concorso alla 65° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: Dietro il Colosseo c’è Monti (2008). Quasi a dire che vicino alla “maestà der Colosseo”, c’è ancora la piccolezza dei gesti quotidiani: ci sono le partite a carte del centro anziani, le botteghe artigiane, le chiacchiere dal barbiere, la Pasqua degli ucraini accanto alla Madonna monticiana, la banda per la festa del rione. Così afferma Monicelli in un nota di regia: «Volevo raccontare un Rione di Roma, forse il più antico, non con toni enfatici e imperiali ma quotidiani.”
3. Il Marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli con Alberto Sordi e Paolo Stoppa
Viene da un capolavoro di Monicelli uno dei personaggi più riusciti della commedia italiana, il Marchese del Grillo, interpretato da un
indimenticabileAlberto Sordi. E tal marchese abitava proprio a Monti, esattamente nel palazzo appartenuto alla casata del Grillo, che si erge nella strada che dalla famiglia ha preso il nome.
In realtà il film non viene ambientato nel palazzo originale, ma Monicelli si sposta di poco: il palazzo dei Cavalieri di Rodi. La scena iniziale del risveglio del marchese sulla terrazza è girata, infatti, nella magnifica loggia rinascimentale dell’appartamento del cardinale Barbo.
Monicelli nel disegnare i tratti del suo eccentrico personaggio si ispira ad un personaggio realmente esistito, anche se quasi un secolo prima rispetto alle vicende storiche che si incontrano film. Si tratta di un marchese del Grillo di cui ignoriamo il nome: non era romano, ma nativo di Fabriano ed originario di Genova. La morte della madre e le ristrettezze familiari fecero sì che il giovane si trasferisse a Roma presso l’eccentrico zio Bernardo di cui fu l’unico erede. Dilapidò tutto velocemente, fu Consigliere capitolino prima, poi Conservatore, fino a diventare addirittura cameriere segreto di Papa Pio VI. La sua salma riposa nella tomba di famiglia della basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini.
4. Vita da cani (1950) di Mario Monicelli e Steno
Qui il cineteatro “Cristallo” di Milano nel quale Nino Martoni, interpretato da Fabrizi, propone a Margherita, interpretata dalla Lollobrigida, di effettuare una gita a Como, in occasione della quale intende consegnarle un anello di fidanzamento, era in realtà l’ex cinema Manzoni situato in Via Urbana 152 a Roma. Il cinema chiuse i battenti nel 1960, e l’edificio ospitò in seguito le rotative de “Il Messaggero”. Aldo Fabrizi reciterà nuovamente a Monti ne I prepotenti (1958) di Mario Amendola, dove la sua abitazione è lungo la Salita del Grillo, mentre il negozio di barbiere dove lavora Amendola è in Via Tor de’ Conti. Ma Aldo Fabrizi forse resterà legato nella storia del cinema mondiale al personaggio di Don Pietro in Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini, il parroco locale che dà assistenza materiale e spirituale alle vittime dell’occupazione nazifascista ed aiuta attivamente i perseguitati politici.
Il personaggio di Fabrizi si ispira ad una persona realmente esistita, Don Pietro Pappagallo, il prete pugliese che si distinse per il suo impegno antifascista, e che viveva proprio nel rione Monti. Giunto a Roma nel 1925, divenne padre spirituale delle Suore di Gesù Bambino di via Urbana 1, per questo prese casa in via Urbana 2, dove viveva con la sua perpetua Maria Teresa. Proprio in questa casa, che divenne anche punto di incontro clandestino della resistenza romana, il sacerdote si impegnò nel fornire aiuto a soldati, partigiani, alleati, ebrei ed altre persone ricercate dal regime, soprattutto fornendo documenti falsi. Ed è proprio in questa casa che le SS verranno a prelevarlo, il 29 gennaio 1944, dopo la denuncia da parte della spia tedesca Gino Crescentini, per condurlo a via Tasso, dove trascorse i suoi ultimi due mesi di vita confortando i suoi compagni di prigionia. Condannato a morte, venne giustiziato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine, unico sacerdote tra le 335 vittime trucidate. A memoria del tragico evento, di fronte l’ingresso della sua vecchia casa di Via Urbana 2 vi è una Pietra d’Inciampo, posizionata nel 2012, che – come molte altre pietre fuori gli usci delle case di tutta Roma e di tutta Europa – ricorda i deportati dai nazisti nel luogo in cui sono stati prelevati.
5. Film d’amore e d’anarchia, ovvero stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza (1973) di Lina Wertmüller con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato
Ambientato negli anni Trenta, Film d’amore e d’anarchia (1973) della Wertmüller narra la storia di un contadino lombardo, il taciturno e genuino Tunin interpretato da un bravissimo Giancarlo Giannini, anarchico quasi per caso, che giunge a Roma per vendicare l’uccisione dell’amico da parte dei carabinieri ed attentare al Duce. Nel suo soggiorno romano sarà ospitato dalla prostituta “compagna” Salomè, interpretata da Mariangela Melato, in un bordello sito in Via Baccina, proprio di fronte alla suggestiva scalinata con nasone di Via degli Ibernesi. Quasi tutta la trama si dipana intorno alla casa di tolleranza, sia all’interno in cui viene dipinto in termini realistici ed efficaci un quadro della vita quotidiana delle prostitute e dell’Italia divisa in dialetti, sia all’esterno, come ad esempio le sceneggiate notturne del fascista toscano ubriaco o la fuga finale di Tunin che, dopo un gesto folle, cerca di scappare dai carabinieri che tentano di arrestarlo.
Accanto alla nota casa di tolleranza del film della Wertmuller viene ambientata anche la “Casa della serranda” nel film Accattone (1961), il primo film diretto da Pasolini, dove il protagonista, interpretato da Franco Citti, in una momentanea fase di redenzione dal suo passato di ladro e magnaccio, accompagnato dal fratello, va a parlare col sor Pietro per ottenere un lavoro.
6. Nerone (1930) di Alessandro Blasetti
Non ci muoviamo da Via Baccina. Qui, al civico 32, nacque e visse l’attore, comico, sceneggiatore e drammaturgo Ettore Petrolini, come reca scritto la targa fuori la sua casa natale. Figura di spicco del teatro comico italiano di inizio Novecento, diede vita a numerose indimenticabili macchiette e personaggi che traslerà successivamente nel cinema, come Gastone, caricatura della star del declinante mondo del cinema muto, o Nerone, parodia della retorica imperiale e della recitazione enfatica dell’attorone, o Fortunello, che suscitò l’entusiasmo dei Futuristi e in particolare di Marinetti; tutte queste macchiette compariranno, infatti, nel film Nerone (1930) di Alessandro Blasetti, di cui purtroppo non esiste una copia integrale.
Nell’oblio in cui stanno cadendo tanti nomi del teatro e cinema italiano d’altri tempi, Petrolini forse è più popolarmente ricordato per le sue canzoni ed i suoi stornelli romani, in particolare per quella Tanto pe’ cantà del 1932, che poi verrà riproposta da tutti gli artisti più rappresentativi di Roma, Alvaro Amici, Gigi Proietti, Gabriella Ferri e, soprattutto, Nino Manfredi.
7. I ragazzi di via Panisperna (1989) di Gianni Amelio con Andrea Prodan, Ennio Fantastichini, Mario Adorf, Laura Morante, Virna Lisi
In un percorso cinematografico del rione Monti, non può mancare il riferimento ai ragazzi di via Panisperna – una delle lunghe arterie che attraversano il rione in continue salite e discese – ossia il noto gruppo di giovani scienzati, fisici e matematici, che si riunirono intorno al fisico Enrico Fermi e che si resero protagonisti di grandi scoperte in campo della fisica nucleare. Parliamo di Emilio Segrè, Bruno Pontecorvo,
Edoardo Amaldi ed Ettore Majorana, che negli anni Trenta, istituirono un gruppo di ricerca all’Istituto di Fisica dell’Università di Roma, sito in via Panisperna. Alle loro vicende si ispira il film di Gianni Amelio, I ragazzi di via Panisperna (1989) appunto, che racconta da un punto di vista privato ed introspettivo, gli entusiasmi, le ansie e le vite di questi giovani studiosi. La scena iniziale nella quale si prepara lo scherzo radiofonico, che porterà ad interrompere bruscamente la diretta di Guglielmo Marconi, si svolge in parte nel bel chiostro della facoltà di Ingegneria di Roma, in Via Eudossiana, anticamente attinente alla chiesa di San Pietro in Vincoli, dove veramente l’episodio si sarebbe svolto. In effetti il sito non è lontano dalla Via Panisperna dove si trovava, all’epoca dei fatti narrati dal film, l’Istituto di Fisica.
8. La sindrome di Stendhal (1996) di Dario Argento con Asia Argento e Thomas Kretschmann
Anche il maestro dell’horror italiano, Dario Argento, ambienterà uno dei suoi film nel rione Monti, il secondo dei cinque in cui dirige la figlia Asia. La sindrome di Stendhal (1996), con musiche del grande Ennio Morricone, è un horror psicologico che destò molto scalpore e suscitò molte critiche nei confronti del regista sia per i toni molto forti, sia soprattutto per la scelta di dirigere una scena di violenza carnale che ha
per vittima sua figlia. La protagonista interpretata da Asia, la poliziotta Anna Manni, abita in via degli Zingari 50.
9. Cuore sacro (2005) di Ferzan Ozpetek con Barbora Bobulova
In questa lunga carrellata, non possiamo tralasciare il cinema italiano contemporaneo. Qui Ferzan Ozpetek gira Cuore Sacro (2005). La chiesa nella quale la Bobulova si siede ed incontra Padre Carras è la chiesa di San Lorenzo in Fonte lungo Via Urbana, riconoscibilissima dalla statua di legno di San Giuseppe, la stessa che viene portata dai falegnami monticiani in processione ogni 19 marzo. La libreria nella quale la piccola
ladra si ferma per rubare un pensierino per la Bobulova è in Via dei Serpenti, da cui si vede un Colosseo illuminato sullo sfondo. Infine, ricompare il nasone e gli scalini di Via degli Ibernesi, in una scena notturna in cui la Bobulova si imbatte in un disadattato che la spaventa.
10. Notte prima degli esami (2006), di Fausto Brizzi con Nicolas Vaporidis, Cristiana Capotondi, Giorgio Faletti
Con questo film Fausto Brizzi vincerà il premio come Miglior Regista Esordiente ai David di Donatello 2006, campione di incassi ispirato alla canzone di Antonello Venditti, film adolescenziale che vuole anche parlare anche agli adolescenti degli anni Ottanta, dunque ai quarantenni di oggi. La maggior parte delle scene sono girate nel rione Monti: la casa del professor Martinelli, interpretato da Faletti, e della figlia Claudia, si trova in Via Sant’Agata dei Goti 21; il bar dove si ritrovano i ragazzi nel film è in Piazza della Madonna dei Monti; il liceo classico, infine, che frequentano i protagonisti del film è la sede centrale della Facoltà di Ingegneria dell’Università della Sapienza, che abbiamo già incontrato ne I ragazzi di via Panisperna (1989).
10. To Rome with love (2012) di Woody Allen
Anche il regista newyorchese si è fatto sedurre dal fascino del rione Monti, tanto da utilizzarlo come set principale di uno dei quattro episodi che compongono il suo film romano, To Rome with love (2012), “La Storia di John” con Alec Baldwin. Jack, il ragazzo statunitense che John incontra casualmente a Trastevere e di cui diventerà l’ombra e la coscienza, abita con la fidanzata Sally in un appartamento in via dei Neofiti e lo troviamo spesso bazzicare al bar e dal giornalaio di Piazza Madonna dei Monti.
11. Mission Impossible 3 (2020) Tom Cruise ha girato con la regia di J.J. Abrams.
In questa occasione Roma aveva fatto da sfondo a un’indimenticabile corsa in motoscafo sul Tevere che Cruise realizzò, come sua consuetudine, senza controfigure. L’ anno successivo Tom Cruise tornò a Roma per sposarsi con Katie Holmes nel castello di Bracciano, con invitati del calibro di David Beckham e John Travolta.
Tom Cruise tornerà a Monti il prossimo marzo con il film, dal titolo ancora provvisorio, “Lybra”, e le strade del Rione saranno utilizzate come scenografie per le riprese, teatro di effetti speciali e rocamboleschi inseguimenti.
Se conosci altri film girati a nel rione Monti scrivicelo nei commenti e non dimenticarti di venire a trovarci da Suburra 1930 dopo una passeggiata nel quartiere, sarà come avere una poltrona in prima fila.